

Il professore associato Perihan Torun, guida in Turchia per lo Studio
internazionale di valutazione delle politiche di controllo dell’alcol (IAC),
ha detto: “Studi recenti hanno dimostrato che l’impatto globale delle
patologie attribuite all’alcol aumenta proporzionalmente al consumo.
Pertanto le argomentazioni secondo cui il consumo moderato di alcol
porterebbe dei benefici non sono valide, di qualsiasi quantità si parli.”
Come descriverebbe l’attuale
situazione mondiale rispetto al
consumo di alcol?
L‘Organizzazione Mondiale della Sanità
(OMS) riferisce che quasi la metà della
popolazione mondiale di età superiore
ai 15 anni non beve alcolici. Tuttavia,
in tre delle sei regioni dell’OMS (Stati
Uniti, Europa e Pacifico Occidentale)
l’alcol è consumato da oltre la metà
della popolazione e il consumo inizia
prima dei 15 anni. Negli ultimi anni,
il consumo di alcol pro capite è
aumentato nelle regioni del Pacifico
occidentale e del Sud-est asiatico,
mentre è diminuito nella regione
europea.
I paesi dove il numero di consumatori
è basso, che non dispongono e/o non
riescono ad applicare delle politiche di
controllo dell‘alcol, sono considerati
dall’industria degli alcolici come un
target di mercato potenzialmente in
crescita. Si segnala l‘aumento delle
attività commerciali dell‘industria
alcolica nei paesi africani e pertanto
si prevede un aumento dell’impatto
dell’alcol in queste società. Inoltre, è
noto che il consumo di alcol aumenta
con il benessere ed è quindi probabile
che questa situazione si concretizzi
nei paesi le cui economie sono in via di
sviluppo.
Gli studi condotti nell’ultimo decennio,
avvalendosi di metodologie affidabili,
hanno apportato nuove prove
scientifiche relative ai danni causati
dal consumo di alcol.
Studi recenti hanno dimostrato
che l’impatto globale delle malattie
attribuite all’alcol aumenta
proporzionalmente al consumo.
Pertanto le argomentazioni secondo
cui il consumo moderato di alcol
porterebbe dei benefici non sono
valide, di qualsiasi quantità si parli. Le
politiche nazionali dovrebbero tenere
in considerazione le prove di cui si
dispone.
Cosa si sta facendo per proteggere
la salute pubblica nel mondo e quali
sono i piani per il futuro?
La raccolta dati sul livello di consumo
di alcol è uno strumento importante
per proteggere la società e fornisce
delle informazioni che dovrebbero
essere utilizzate nelle politiche di
controllo. L’indicatore degli Obiettivi
di Sviluppo Sostenibile (SKA) numero
3.5.2, richiede il monitoraggio dei
consumi. Pertanto presenta delle
criticità nei paesi con un basso tasso
di consumo, dove non si dispone di
dati sul consumo individuale di alcol.
In questo caso si calcola una media
del consumo pro capite avvalendosi
di calcoli basati sul consumo generale
della popolazione. Questo non riflette
la situazione presente all’interno di
molti gruppi di non consumatori, a
partire dalle donne, e per questo i dati
così ottenuti sono fuorvianti. Questo
è uno dei motivi per cui l’alcol non è
considerato un fattore di rischio nei
paesi in cui una densa parte della
popolazione non è consumatrice.
Un’altra ragione è che fornire
informazioni sul consumo personale
rappresenta un dato sensibile, a causa
delle connotazioni religiose e politiche
legate al consumo di alcol.
Così come in Turchia, presso le culture
in cui l’astemia è accettata e diffusa,
le politiche relative alla protezione
del numero di astemi dovrebbero
essere trattate tenendo a mente che
la diminuzione del numero di astemi
determina un aumento del consumo
pro capite.
Le ricerche condotte in tal mondo,
oltre che sui danni causati dall’alcol,
potrebbero concentrarsi sulla
determinazione dei fattori decisivi e
dei fattori di evitamento del consumo
di alcol.
Sebbene l‘alcol non sia considerato
un argomento di ricerca sensibile a
livello universale, dipende fortemente
dall‘ambiente e dalla cultura in
questione e le ricerche devono essere
attentamente pianificate. Inoltre,
essendo la prevalenza del consumo
Intervista: Fatıma AYDIN
PROF. TORUN:
“IL MONDO HA
RICONOSCIUTO I DANNI
CAUSATI DALL’ALCOL”
È esperto di salute pubblica e
accademico. Dal 2016 a oggi conduce
lo Studio internazionale di valutazione
delle politiche di controllo dell’alcol
(IAC) in Turchia.
PROF. PERIHAN TORUN
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